Titolo: Catch Me If You Can
Regia: Steven Spielberg
Anno: 2002
Un film che, in italiano, si intitola Prova a prendermi non ispira grande fiducia. Quando scopri che a girarlo è stato Steven Spielberg, pensi si tratti di uno scherzo. In realtà è tutto vero: il progetto di questo film ha una gestazione un po’ complicata, e alla fine Spielberg decide di dirigerlo dopo che altri registi erano stati scartati, o vi avevano rinunciato. La storia è basata su eventi e personaggi in parte reali e, si sa, la realtà non è mai particolarmente bella, ma sa spesso essere ironica.
Il film tratta la vita di tale Frank William Abagnale Jr., un italo-francese residente a New York, quindi un italo-franco-americano. La componente italiana è quella che spicca maggiormente però: all’inizio il film sembra quasi una sorta di indagine antropologica sull’italiano medio, dipinto secondo i più comuni stereotipi: affezionato alla famiglia, irrispettoso delle regole, amante delle belle donne, corruttore, bugiardo, falsario, simpaticone, emotivo, romantico…
Ma i tratti stereotipati dell’italiano medio vanno stemperandosi con il proseguire della pellicola, e il personaggio assume via via una fisionomia più originale e personale, più definita, e mai davvero prevedibile. Leonardo DiCaprio interpreta la parte di Abagnale Jr. dando, secondo molti, una delle sue prove migliori, forse anche merito della sua discendenza italiana. Tom Hanks, attore dotato di un certo suo strano carisma, l’ho trovato un po’ sotto tono nella parte dell’agente dell’FBI, forse per via del suo ruolo minore nell’economia del film.
Abagnale Jr. si ritroverà lentamente a falsare e mentire e spacciarsi per qualcuno che non è in maniera esponenziale, cosa che lo porta a diventare ricchissimo, ma anche ricercato dall’FBI e agenzie investigative di altri paesi, in una spericolata fuga da un personaggio all’altro, da una città all’altra. Il film cerca di rappresentare questo personaggio rimarcando non solo l’immaturità e immoralità del suo comportamento, ma anche il suo lato romantico, compassionevole. Il risultato è una figura ambigua, contraddittoria, sorprendente.
Il film intrattiene grazie al sapiente dosaggio di momenti divertenti e momenti drammatici, è raccontato in maniera avvincente ma “leggera”, con l’aria un po’ sbarazzina del protagonista, ma anche con lo spirito severo e benevolo di un padre. Spielberg reisce a girare un bel film, di quelli che rimani incollato alla sedia perché vuoi sapere come continua la storia. E al termine della visione ti lascia soddisfatto. Chi lo avrebbe mai detto, da un film che, in italiano, in intitola Prova a prendermi.
Voto: 7 su 10.
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